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Calenda sull’assenza di Keita

L’ultima uscita di Calenda

L’ultima uscita di Calenda

Keita assente al primo allenamento post Supercoppa. Ecco la lunghissima arringa del suo agente Calenda a Gazzetta.it: “È esasperato per una serie di comportamenti della società che non è più disposto a sopportare. Da ultimo, sono arrivate anche le scritte offensive sui muri a Formello, evidentemente alimentate dalle dichiarazioni fuorvianti con le quali la Lazio sta gestendo la sua vicenda”.

“Keita è arrivato alla Lazio che era un ragazzino. Si è guadagnato la stima del mondo del calcio con il suo impegno costante e con la qualità e l’efficacia del suo gioco. Ha potuto mostrarsi più che altro in scampoli di partite, e tuttavia è risultato decisivo tante volte. Pur giocando poco, l’anno scorso ha realizzato 16 gol. Oggi ha 22 anni, l’età giusta per un calciatore per cominciare a raccogliere i primi frutti del suo talento e del suo impegno. Nonostante i risultati, la Lazio non ha dimostrato mai di credere in lui, di avere per lui il progetto che merita. Dopo la stagione con Pioli, aveva chiesto di essere ceduto. La Società gli ha promesso un posto in squadra con Inzaghi e un contratto da top player. Ma nulla di ciò si è verificato: nessun nuovo contratto gli è stato proposto né nel 2015-16, né nel 2016-17; e con Inzaghi è stato impiegato con un po’ di continuità solo nel finale di stagione. Ciononostante, lo ha ripagato con 16 reti. Il suo trattamento economico continua a essere notevolmente inferiore a quello riservato ad attaccanti che hanno avuto un minutaggio di gioco addirittura minore del suo nel 2017”.

“Rinnovo? Va considerato che con questa Società il dialogo è difficile. Tempo fa abbiamo scritto per chiedere un incontro, ma non abbiamo ricevuto risposta né siamo stati convocati. È uno stile di relazioni a cui non sono abituato: lavoro con tante squadre nel mondo, con le quali è normale incontrarsi e parlarsi direttamente. Solo a giugno ci è stata recapitata per email una proposta informale di rinnovo: ma mentre sulla stampa il presidente Lotito, quando parla della sua cessione, valuta Keita come un top player, il compenso proposto per il rinnovo contrattuale è quello di un giocatore come tanti. C’è qualcosa che non quadra. Dopodiché, Keita aveva detto al presidente e a Inzaghi che a prescindere dalla vicenda contrattuale avrebbe dato il 100% per la Lazio fino alla scadenza, come è giusto che sia. Per tutta risposta, non è stato neppure convocato per la prima partita importante della stagione, la finale di Supercoppa. Non è stato lasciato in panchina per scelta tattica dell’allenatore in quella partita, come può accadere: non è stato proprio convocato, il che è un segnale molto brutto per un giocatore che ha fatto quel che ha fatto per la Lazio e che, nonostante tutto, si era fatto trovare perfettamente pronto per quella partita. Il ragazzo ci è rimasto molto male e ora la società ne paga le conseguenze”.

“La Lazio, evidentemente, ha intenzione di seguire una sua strategia: si sappia, però, che Keita non farà mai qualcosa contro la propria volontà. Nessuna forma di pressione sarà tollerata e ci attiveremo presso le autorità competenti in caso di commissione di illeciti da parte della Lazio: non si può pensare che un giocatore accetti rinnovi o cessioni contro la sua volontà. La società, ovviamente, ha diritto di comportarsi come crede, finché rimane nell’ambito della legge, anche oltrepassando, se lo ritiene opportuno, le regole del bon ton e della buona educazione. Ma dovrà assumersene le conseguenze. Le regole del calcio e del diritto in generale parlano chiaro: un giocatore deve rispettare il club e il contratto di lavoro fino alla naturale scadenza, dando il massimo in campo e in allenamento Keita ha fatto una stagione da top player, giocando scampoli di partita e guadagnando poco più di un Primavera. Se il club vuole assicurarsi le prestazioni del giocatore per un periodo più lungo, deve lavorare al rinnovo muovendosi per tempo e, soprattutto, deve mostrare rispetto per il giocatore e per chi lo assiste”.

“La Lazio preferisce cedere Keita? Lo faccia, rispettando però il giocatore, che fino a giugno è sotto contratto. Nonostante le dichiarazioni provenienti dall’ambiente Lazio, a oggi la società non ci ha convocato né ci ha contattato per notificarci le fantomatiche offerte che – si legge sui giornali – Keita avrebbe rifiutato. Noi non abbiamo ricevuto da parte della Lazio proposte di cessione: l’unico interessamento del quale siamo a conoscenza è quello del Milan.Lotito ci ha comunicato di avere un accordo in piedi con questa società. Ad oggi ci risulta l’interessamento della Juventus (che ha pubblicamente dichiarato di avere fatto un’offerta alla Lazio): la Lazio però non ci ha comunicato nulla e non ci ha convocati per parlarne. Le cose dette sulla stampa, però, sono altre. Mi domando quale sia la verità. E tutti possiamo constatare come in un contesto delicato e sensibile, quale è quello del tifo calcistico, certe dichiarazioni diffuse ad arte per seguire proprie discutibili strategie di comunicazione finiscano per ingenerare conseguenze pericolose, delle quali già sono dimostrazione le scritte, false e volgari, che sono comparse contro Keita e contro di me davanti alla sede della Lazio a Formello. L’impressione è che la Lazio pretenda la luna per un giocatore che tra pochi mesi sarà libero di firmare per chi vuole. Se continua a tirare troppo la corda, questa si spezzerà e dovrà spiegare ai tifosi e al mercato come ha potuto perdere a zero un talento come Keita”.

Calenda ha parlato e ha parlato chiaro. Adesso non si farà attendere la risposta della Lazio e speriamo sia chiara a circostanziata. In queste righe abbiamo ravvisato alcune stonature, qualcosa che non torna e una logica di fondo inesistente. La Lazio non propone rinnovi e neanche le offerte pervenute. Mi sembra che la cosa sia troppo insensata per essere realistica. Speriamo però che in questo stucchevole ping pong si cominci almeno a parlare chiaro perchè se c’è qualcuno realmente esasperato è il tifoso della Lazio. Oramai appare chiaro che nessuno è esente da colpe ma continuare a rinfacciarsele è un comportamento da bambini delle elementari. Siccome i tifosi della Lazio non sono scemi si sono stancati e non vorremmo che cominciassero davvero a farsi sentire. Basta giocare sulla maglia della Lazio. Un consiglio spassionato: parlate tra di voi e risolvetevela. BASTA!!!

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M
Se fossi Keita... Quanti tifosi stanno provando a mettersi nei panni del giocatore che sta dando vita al caso più spinoso del calciomercato italiano? Allora proviamo a giocare a questo gioco. <br /> Se io fossi Keità, come prima cosa proverei ad ascoltare cosa mi dice il cuore e cosa mi dice la testa. Sui sentimenti, che sono una cosa personale e imperscrutabile, non si può sindacare, quindi passo direttamente alla testa, perché invece su ciò che è razionale e oggettivo si può disquisire.<br /> Ragionare con il proprio cervello non vuol dire non ascoltare gli altri, soprattutto il proprio procuratore, ma vuol dire isolare la propria situazione dalle altre che vi si intrecciano. E allora comincerei col ragionare con chi può perdere e chi può guadagnare da questa situazione.<br /> 1) Lotito non ha nulla da perdere, ma solo da guadagnare. La strategia di tenere il punto per difendere un principio, a costo di perdere il giocatore a zero tenendolo un anno in tribuna, a lui non costa nulla, perché, in fin dei conti, non la paga con i soldi suoi, bensì con quelli della Lazio. A lui non importa nemmeno di salvare le apparenze e pertanto non si sogna neppure di fare come ha fatto il Milan con Donnarumma: una bella conferenza stampa mettendo tutte le cifre sul tavolo: quelle delle offerte pervenute e rifiutate dal giocatore e quella della proposta di rinnovo ritenuta inadeguata da procuratore e giocatore.<br /> 2) La Juventus non perde nulla, ma può solo guadagnare. Può infatti decidere di accontentare Lotito e pagare quanto chiede, oppure attendere e prenderlo gratis. In ogni caso a lei il giocatore nell'immediato non serve, quindi può aspettare tranquilla.<br /> 3) Calenda, procuratore di Keita, non ha nulla da perdere. Solo da guadagnare. Può anche permettersi il grave errore di sottovalutare la caparbietà e l'irremovibilità del presidente della Lazio, tanto mica lo paga lui l'errore. Perché prima o poi prenderà la sua commissione. Potrà guadagnare di più o di meno, ma non resterà certo a bocca asciutta. E comunque Keita non è il suo solo assistito, ha di certo diverse altre fonti di guadagno, quindi può permettersi di rischiare.<br /> 4) Arriviamo al vero protagonista: Keita. Lui si, ha tutto da perdere. Una intera stagione trascorsa ai margini, in tribuna o in panchina col rischio, se anche dovesse fare qualche apparizione in campo, di potersi infortunare gravemente. A 22 anni, con i tifosi imbufaliti contro e i compagni di squadra che come minimo preferiscono tenere le distanze, non è una bella prospettiva. E allora? Allora cercherei di dimenticare il passato, metterei da parte i torti subiti, le promesse non mantenute e le ingiustizie nei miei confronti e farei buon viso a … buon gioco: firmerei un bel rinnovo per un anno, con quella clausola da 30 milioni che tanto piace a Lotito. Poi farei una stagione strepitosa in modo che quel trentino per il mio cartellino possa sembrare un sacchetto di bruscolini. E mi prenderei la mia rivincita su tutti. Ma io non sono Keita.
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