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L'Aquila è Roma: ovunque sia l'Aquila, si può dire che Roma sia presente.

Totti e quella maglia celebrativa finita in cenere (tuttosport.com)

Ecco il momento della genesi di questa furbata...

Ecco il momento della genesi di questa furbata...

L'impresa voleva celebrare l'ex capitano giallorosso, ma la sorte e un pizzico di superficialità hanno mandato tutto in fumo

Cosa non ci si inventa pur di far parlare di sé. Voleva che la sua maglia salutasse la luna, i pianeti, le stelle, e invece è finita in fumo e in un mucchietto di cenere sparsa nei cieli opachi.
La nostalgia delle scene calcistiche deve cominciare a pesare molto a Francesco Totti. Dopo appena  34 giorni dal suo patetico (nel senso di ricco di pathos) addio al calcio, l’assenza del suo nome sui tabellini, i quotidiani e i siti internet  evidentemente ha iniziato a bruciare molto all’ex capitano che, di sicuro inconsciamente, ha pensato bene di far bruciare la sua maglia pur di finire sui giornali. E, ancora una volta, ha raggiunto il suo scopo.
La trovata è stata quella di spedire la sua maglia numero 10, con tanto di autografo dedicato alle stelle, in orbita a bordo del razzo Vega in partenza dalla base di lancio europea di Kouru, nella Guyana Francese. La casacca giallorossa, “è stata impacchettata e collocata all’interno del primo dei quattro stadi del lanciatore, quello che dà la spinta iniziale chiamato P80” come scrive il lancio dell’agenzia ANSA.
Partito alle 3.58 del 2 agosto, a soli 117 secondi dal termine del countdown, quando aveva appena raggiunto la quota di 59 chilometri dalla superficie terrestre, il primo stadio che ospitava la maglia destinata alle stelle, come sempre accade, si è separato dal resto del lanciatore ed ha iniziato la sua parabola discendente verso la Terra. All’impatto con l’atmosfera la maglia della Roma non ha potuto sottrarsi all’indecoroso e triste destino di finire bruciata e diventare cenere tra i rottami del primo stadio che la ospitava. Ironicamente, dopo tanti stadi che l’avevano osannata e derisa, lo stadio più infelice dove trasportarla per il suo viaggio finale.
Solo 117 secondi. Addirittura meno dei 4/5 minuti che gli concedeva la scorsa stagione Spalletti per accontentare i tifosi giallorossi che acclamavano il nome del Pupone e lo volevano in campo a tutti i costi.
Del resto la celebrità non si conquista con le trovate pubblicitarie, e quando persino la Fifa ha dei dubbi sul suo nome, basti ricordare l’augurio “Buon compleanno Fernando Totti” che gli dedicò per il suo 40° genetliaco, allora forse una riflessione occorrerebbe farla. Ma di riflettere Totti non ha mai avuto molta voglia. Molto ben consigliato nelle sue azioni fuori dal campo di gioco, sul terreno erboso ha sempre agito d’impulso, alternando grandi giocate ad azioni riprovevoli, come gli sputi in faccia agli avversari, il più eclatante quello al danese Poulsen letteralmente innaffiato dalla saliva del romanista durante la gara di esordio degli Europei del 2004 in Portogallo, o i vaffa  reiterati, come quelli dedicati all’arbitro Rizzoli durante Udinese-Roma del 13 aprile 2008, peraltro punito solo con un giallo vista la sudditanza psicologica che il Pupone ha sempre esercitato sulle giacchette nere. O come i calcioni di frustrazione  rifilati a Balotelli in Roma-Inter di Coppa Italia nel 2010, o la serie di pugni sferrati contro gli addominali del portiere del Siena, Manninger, che peraltro non fece una piega ridicolizzando il capitano della Roma, o il diretto al volto di Colonnese, o il bruttissimo atterraggio a due piedi sul tedesco Ramelow durante l'1-1 tra Roma e Bayer Leverkusen con cui i giallorossi salutarono la Champions League nel novembre 2004, o come le decine di ridicole simulazioni in area e fuori, i falli di frustrazione, i gesti provocatori (come la maglia “vi ho purgato ancora” esibita in uno dei pochi derby vinti, visto che Totti ne ha persi ben 17 durante tutta la sua carriera, o il derisorio 4 con le dita mostrato agli juventini in occasione di uno dei pochissimi scontri vinti con i bianconeri) che hanno costellato la carriera calcistica di Francesco Totti.
Fatto sta che quella della maglia bruciata prima di raggiungere la luna, i pianeti e le stelle è l’ennesima gaffe di un personaggio tanto amato quanto discutibile.

Fonte:Tuttosport.com

 

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